La storia di un siciliano
In questa storia si tratta di Giovanni, che viveva in
Sicilia in un paese che si chiama Taormina. Giovanni é nato qui e ha passato
tutta la sua vita in questa cittadina. Viveva con sua moglie e suo figlio. Era
un pescatore come lo era suo padre e suo nonno.
Ogni
mattina si alzata prima del sole ed é partito per pescare. Aveva una barca
vecchia con cui aveva pescato suo padre e suo nonno. Ha salpato lontano dall ‘
isola, ha lanciato la rete nel mare e aspettava i pesci. Durante la pesca
Giovanni pensava e fantasticava molto. Aveva molte domande, per esempio, perché
é azzurro il cielo, perché é verde l ‘erba, perché tira il vento? Ma la sua
domanda piú importante era perché fuma l ‘Etna? A quest‘ora guardava il vulcano
per ore cercando la risposta.
Ritornando
nel porto ha incontrato un vecchio pescatore. Pensando che probabilemente lui
sapesse la risposta, gli ha chiesto. “Signor Salvatore! Lei pescava giá qui
quando mio padre e mio nonno. Lei sa tutto di Sicilia e Taormina. Mi dica,
perché fuma l ‘Etna?” “Non lo so Giovanni. L’unica cosa che so, da quando il
mare bagna la costa di Taormina da allora fuma l ‘Etna. Ma perché vuoi saperlo
Giovanni?” ha risposto il vecchio pescatore. “Buona giornata!” ha detto
Giovanni, poi é andato via.
Prima
di ritornare a casa Giovanni é andato dal panettiere per comprare un po’ di
pane. Sperando che lui sapesse la risporta alla sua domanda gli ha chiesto.
“Signor Francesco! Anche mio padre e mio nonno hanno giá comprato il pane da
Lei. Lei sa tutto di Sicilia e Taormina. Mi dica! Perché fuma l ‘Etna?” “Non lo
so. L’unica cosa che so, fuma cosí come il mio vecchio forno, quello che si
dovrebbe giá cambiare. Ma perché mi chiedi cosí Giovanni? Hai preso un colpo di
sole?” ha risposto il panettiere. “Buona giornata!” ha detto Giovanni poi é
andato via.
Mentre
stava camminando a casa l ’ha fermato una mendicante. “Giovanotto! Ti prego,
dammi un po’di denaro!” gli ha detto la mendicante. Giovanni ha messo la sua
mano nella sua tasca e le ha dato tutto quello che aveva trovato lí, poi le ha
chiesto. “Lei giá mendicava anche da mio padre e mio nonno. Lei sa tutto di
Sicilia e Taormina. Mi dica! Perché fuma l ‘Etna?” “Non lo so. L’unica cosa che
so, quanto la gente non si interessa perché mendico, tanto non si interessa
perché fuma l ‘Etna. Ma se vuoi saperlo, vai lí, e scopriscilo!” ha risposto la
mendicante.
Giovanni
ha deciso di andare a trovare la risposta alla sua domanda. Il giorno dopo non
é andato a pescare ma é partito per salire sull ‘Etna per trovare la risposta.
L’Etna si trovava circa mezza giornata di distanza a piedi da Taormina.
Giovanni pensava che sarebbe potuto andare lí a scoprire perché fuma e sarebbe
potuto ritornare a Taormina prima del crepuscolo e nessuno avrebbe saputo
niente della sua avventura mai.
Fumava
il vulcano. Cosí come non fumava mai, mentre Giovanni si stava avvicinando alla
cima. Giovanni aveva paura che il vulcano eruttasse e lui non sarebbe pututo
ritornare a casa mai. Ma non voleva mollare, voleva trovare la risposta alla
sua domanda. Giovanni aveva giá il respiro affannoso e non poteva vedere di
niente nel fumo denso e non si é accorto che aveva raggiunto la cima, é
inciampato e si é quasi caduto nel cratere. Si é aggrappato e siccome non
poteva fare altro, aspettava, ma sapeva che non puó giá restare lí per lungo in
quel fumo denso.
In quel tempo il fumo é cominciato a
squarciarsi lentemente, quindi l ‘Etna ha smesso di fumare. Giovanni si é
alzato, guardava intorno e non credeva ai suoi occhi, perché non aveva vista
una cosa cosi bella mai. Vedeva le cime nevose delle Alpi, vedeva il deserto di
sabbia d ‘Africa, vedeva il mare senza fine e ha detto “meraviglioso.” “A te é
meraviglioso, a me é noioso.” ha detto qualcuno facendo paura a Giovanni, che
si é spaventato e quasi é caduto dal ‘vulcano. “Chi é?” ha chiesto Giovanni
spaventandosi. “Sto guardando questo paesaggio da migliaia di anni ma a me non
tiene niente di nuovo o interessante.” ha detto qualcuno. “Chi é, dov’é” ha
gridato Giovanni. “Io sono qui sotto di te.” ha detto qualcuno. “Non capisco. Il
vulcano mi parla?” ha detto Giovanni. “Sí, ma perché é cosí strano?” ha
risposto il vulcano. “Mi sono sorpreso, perché non sapevo che tu potessi
parlare.” ha detto Giovanni. “La gente sanno poco di me mentre vivono intorno a
me da migliaia di anni. Non hanno niente idea chi fossi io, cosa volessi, da
dove fossi venuto, dove mi incammini.” ha detto il vulcano. “Infatti tu sei un
vulcano. E i vulcani non vanno in nessun posto.” ha detto Giovanni. “Giusto, ma
non significa che non vogliamo niente.” ha detto il vulcano. “Ma cos’altro tu
vuoi? Ecco questo meraviglioso paesaggio di cui puoi goderti in tutta la tua
vita. Cos’altro ti interesserebbe?” ha chiesto Giovanni. “É davvero un bel
paesaggio, ma dopo migliaia di anni mi é diventato noioso e ci sono tante altre
cose che mi interessano. Ho molte domande per cui vorrei andare via cercare la
risposta.” ha risposto il vulcano. “Ma quale domande hai?” ha chiesto Giovanni.
“Vorrei scendere da voi, tra la gente per conoscervi. Sapere come pesca il
pescatore, come cuoce il panettiere, come mendica la mendicante, come vivere in
una famiglia con una moglie e con un figlio, e come essere un amico.” ha
risposto il vulcano. “Non hai amici?” ha chiesto Giovanni. “Io non ho nessuno.
Sto solo seduto qui da migliaia di anni con le mie domande. Ma forse tu puoi
aiutarmi? Infatti tu sei un uomo. Potresti raccontarmi come vivono gli uomini
laggiú. Riceverei le risporte alle mie domande.” ha risposto il vulcano. “La
vita della gente non é interessante. Il pescatore pesca, il panettiere cuoce,
la mendicante mendica. Ogni giorno é lo stesso. Non é piú interessante di
questo bel paesaggio.” ha detto Giovanni. “Stavi male tra la gente? Per questo
sei venuto qui?” ha chiesto il vulcano. “Sai, quando la gente si é abituata a
qualcosa non é interessante di piú, e vuole qualcos’altro, qualcosa di nuovo.
Forse come non ti interessa di piú quel bel paesaggio e sogni di piú, cosí
voglio anch’io di piú di essere un pescatore a Taormina.” ha risposto Giovanni.
“Allora, vuoi lasciare il tuo paese?” ha chiesto il vulcano. “Non so proprio
cosa voglio. Ma voglio sapere perché é azzurro il cielo, perché é verde l
‘erba, perché tira il vento?” ha risposto Giovanni. “A dire la veritá non so
proprio di cosa stai parlando, ma ti posso dire qualcosa. Da qui io posso
vedere ai paesi lontani e il cielo é tanto azzurro quanto qui, l ‘erba é tanto
verde quanto qui e il vento tira tanto quanto qui. Non c’é niente nel mondo di
quello che non trovi a Taormina. Se sei venuto da me per trovare le risposte
alle queste domande sei nel posto sbagliato, perché qui non si trova niente
solo la solitudine. E ho studiato qualcosa mentre stavo seduto qui per migliaia
di anni, la solitudine é la peggiore al mondo. Io sto fumando qui aspettando a
qualcuno per visitarmi e sono felice per averi conosciuto ma il tuo paese é giú
dove ti aspettano ma a me non aspetta nessuno qui lassú.” ha detto il vulcano.
Giovanni ha capito che cosa gli voleva trasmettere il vulcano, e ormai non
vedeva il meraviglioso paesaggio, solo il suo piccolo paese, i battelli sul mare si stavano avvicinando alla riva di
Taormina, sorrideva e sentiva qualcosa che non aveva sentito mai. “Nostalgia.”
ha detto il vulcano. “Cos’é nostalgia?” ha chiesto Giovanni. “Quello che senti
adesso.” ha risposto il vulcano. “É possibile. E sai cosa sei da questo
momento?” ha detto Giovanni. “Non lo so.” ha risposto il vulcano. “Tu sei il
mio amico e non sarai da solo mai. Ormai se guardi giú a Taormina mi vedrai
mentre sto pescando e saprai che anch’io ti guardo mentre tu stai fumando e mi
puoi aspettare, perché a volte ti visiteró affinché tu non sia da solo, e tu
invece smetti di fumare e io potró godermi di questo bel paesaggio.” ha detto
Giovanni e sorrideva. “D’accordo.” ha detto il vulcano e sorrideva e all
‘improvviso ha comminciato fumare. Giovanni correva giú velocemente come
poteva. Lui faceva in fretta per ritornare a casa prima del crepuscolo e mentre
stava correndo verso casa sua, pensava che da questo punto non gli interessava
perché fosse azzurro il cielo, perché fosse verde l ‘erba, perché tirasse il
vento. Ma aveva una nuova domanda: come sa il vulcano che é la nostalgia? Lo
saprá Giovanni mai? Chissá? Forse lo scoprirá nel loro nuovo incontro, ma fino
ad allora resti il segreto dell ‘Etna.
G. Dániel
Budapest,
Ungheria
18.04.2013.
2012. márciusi Projekt-nap
győztes dala a 50mila lacrime Nina Zilliől, ami a Mine Vaganti című film betétdala.
Elisabeth Adler: Casa ad Amalfi
Tutti i libri sono magnifici! Se leggo un libro che é scritto in italiano, entro nel libro quasi completamente, sento l’odore di mare, la luce del sole e il canto dei gabbiani. E naturalmente vedo bellissimi uomini!
Mi piace leggere i libri perché io - quando li leggo - divento felice.
Questo libro che rappresento per voi, ho letto ad Amalfi, dove sono stata in vacanza nel 2009.
Com’è un buon libro?
Ci vogliono:
• Un bel posto
• Il vero amore
• Un uomo italiano tipico
• Un pizzico di mistero
• Un po’ di scherzo
La trama del libro
• Lamour Harrington é una donna americana. I due uomini importanti della sua vita – il marito e il padre - sono morti.
• Da bambina lei é vissuta con suo padre in Italia. Quando perde suo marito lei ritorna in Italia, nella casa dove sono vissuti con suo padre in felicità.
• La morte di suo padre é misteriosa, lei cerca di scoprire la verità. Rivelerà il segreto alla fine?
• Frattempo si incontra con due bellissimi uomini che cominciano a farle la corte.
• Quale uomo sceglierà? Troverá il vero amore? Diventerà felice?
• Avrà vacca alla fine?
• Se leggerete questo libro, scoprirete tutte le riposte!
E come immagino io questo libro?
• La casa ad Amalfi
• Una bella casa sulla rocca
• Un bel panorama sul mare
• Cena a Ravello con un uomo perfetto in una macchina Maseratti
• Un po’ di amore
• un cibo delizioso e vino buono
La gita perfetta
• • Con un lussuoso autoscafo
• • Un panorama fantastico
F. Gabi
Phil Doran: Csábító Toszkána
Mi piace l’Italia e mi piacciono i libri che trattano dell'Italia, particolarmente mi piaccono romanzi che si svolgono sul territorio toscano perché secondo me la Toscana è la più bella regione. La Toscana è la patria del vino Chianti e dell'olio d'oliva, della luce e del profumo d’aria singola, sono unici del mondo senza pari. Subito mi prendono prigioniera la vegetazione sempreverde e un paesaggio collinoso che é screziato di piantagioni di uva che si mescola con l'umore antico delle città medievali, con le splendide opere d'arte della cultura millenaria.
Questo umore dà un quadro al libro che è scritto da Phil Doran e il titolo è Csábító Toscana. La protagonista è Nancy che abita in Italia come una scultrice. Lei sorprende suo marito Phil, che è uno sceneggiatore di Los Angeles, con una casa toscana, un “piccolo rustico” che si è rotta a fondo ed ha trecento anni di vita. La sorpresa riesce bene, ma non così come Nancy ha progettato. E inizia la ristrutturazione della casa nel piccolo villaggio di un paese, dove ci sono millioni di leggi, ma non c'è neanche una norma, dove tutto è chiuso a mezzogiorno per quattro ore e la piscina unica della città è chiusa durante la piú calda estate per il motivo delle ferie. I lettori del libro possono conoscere cose interessanti sulle abitudini degli italiani. Possiamo immaginare davanti a noi il polverone del rinnovo, il profumo del vino lampeggiante nel bicchiere, tanti trucchi della cucina toscana come quello che papa al pomodoro o pici all'aglione, noi possiamo assistere anche ad una vendemmia tradizionale di oliva e possiamo essere più ricchi con parole italiane ed espressioni innumerevoli, come: la pietra serena, coglione, finoccio selvatico. I nostri protagonisti si trasferiscono in una casa dove non c’è né telefono, né acqua calda, né riscaldamento centralizzato. Presto si amicano con i vicini e subito ottengono un nemico nella loro vicina.
Tramite il libro possiamo conoscere la vita quotidiana del villaggio, le sue tradizioni, le gioie semplici della vita, l'importanza dell'amicizia e della comunità.
C. Viki
La mia cucina italiana
Mi piace la cucina italiana da molti anni. Purtroppo non ho potuto assaggiare tutti i piatti tipici della Sicilia durante il mio viaggio ma qualche volta ho provato della pasta e pizza. Per recuperare le esperienze culinarie e per fare conoscere alla mia famiglia la cucina siciliana, ho deciso di invitarli per un pranzo tipico siciliano.
É stato un lavoro grande, ci siamo preparate per un giorno con mia sorella. Ho scelto le ricette dai siti internet italiani e da un ricettario siciliano. Dopo che le ho tradotte, abbiamo comprato gli ingredienti al mercato e al supermercato. Per comprare il vino e il pecorino siamo dovute andare al negozio di delicatezza Culinaris. Per fortuna il pranzo é riuscito bene, a tutti gli ospiti sono piaciuti i piatti. Non vedono l'ora di ripeterlo!
Guardate il sito: http://lamiacucinaitaliana.blogspot.com/
B Bea
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